Il vino di un territorio è espressione di diversità e ricchezza, è portatore di identità collettiva e insieme veicolo di scambio e di relazioni. In un’epoca di omologazione dei gusti è anche richiamo all’autentico e al particolare. Degustando un vino pregiato siamo infatti spinti a chiederci: “Quale storia ci sta raccontando il prodotto di questa terra?””.

Ecco: il progetto Arte da bere intedende fare proprio questo, raccontare una terra e proporre esperienze attraverso il vino – in particolare il Cesanese, il vitigno autoctono a bacca nera più rappresentativo del Lazio – attraverso un testimonial d’eccezione, Roberto Cipresso, winmaker di fama internazionale.
Due i Comuni protagonisti: Piglio, “capitale” del Cesanese, in Ciociaria, e Valmontone, nell’area dei Castelli Romani. Due centri che dedicano entrambi una delle loro manifestazioni annuali di punta proprio al vino: Piglio con il “San Lorenzo Wine Festival” e Valmontone con le sue attunnali “Armonie d’Ottobre”.

Manifestazioni che peraltro ruotano attorno alle rispettive dimore storiche: il Castello Colonne di Piglio e Palazzo Doria Pamphilj di Valmontone. Il progetto Arte da bere intende allora dar luogo a nuove narrazioni trasversali che, accanto e assieme al vino, raccontino con eventi culturali e artistici anche la storia dei grandi Mecenati – la Famiglia Colonna e il Principe Camillo Pamphilj – e dei grandi pittori legati a quelle dimore – Mattia Preti su tutti, nel Seicento.